Mario Lombardo

Definire lunga, la strada che Laurel e Hardy hanno intrapreso per arrivare al successo è davvero riduttivo.
Come accennato nel precedente articolo, saranno ancora molti gli anni che separano il loro debutto nel mondo dello spettacolo e il tanto agognato successo.
Laurel dovrà girare per molto tempo ancora il circuito dei teatri inglesi e americani ,anche se questi anni saranno per lui una fonte preziosa di esperienza, mentre Hardy girerà ancora per molte case cinematografiche della West Coast prima di approdare a Los Angeles.
Stavolta è proprio da Hardy che comincerò a parlare.

L’alba del cinema comico nacque nella West Coast

Lo abbiamo lasciato nello scorso articolo, mentre fa il suo ingresso nel mondo del cinema agli studi della Lubin Film Company.  A questo suo passo nella carriera cinematografica si accompagna un altro passo della sua vita sentimentale, conobbe la sua prima moglie Madelyn Saloshin.
Si conobbero nel circuito dei cabaret di Jacksonville, dove Oliver fu preso come cantante mentre lei era una pianista dell’orchestra del teatro Orpheum , rinomato per essere il più importante locale di vaudeville. Poco dopo essersi conosciuti si sposarono, esattamente il 17 novembre del 1913.
Proprio in quel periodo il giovane Hardy faceva capolino negli studi della Lubin cercando di carpirne le tecniche di recitazione e a farsi notare facendo un po’ il tuttofare , arrivando a fare addirittura il garzone dell’acqua.
Notato da un regista, che aveva appunto bisogno di un ragazzo della sua mole , e fu cosi che fece il suo debutto nel cortometraggio , oggi andato perduto, dal titolo “Outwitting Dad”.
I produttori della Lubin , avendo notato l’abilità di Oliver sul set, lo assunsero per la cifra di 5 dollari a settimana. In quegli anni Oliver decise di far comparire nelle locandine il nome “Oliver Norvell Hardy”, volendo omaggiare così il padre defunto , ma in questo stesso periodo nacque il soprannome con cui fu chiamato dai più intimi per il resto della vita ovvero sia “Babe”.
Soprannome datogli da un barbiere di origini italiane , che aveva l’abitudine di chiamarlo cosi dopo avergli fatto la barba, richiamando il fatto che Oliver rasato sembrasse proprio un bel bambino , da qui il nome Babe. In alcune pellicole fu accreditato proprio con questo nome.
Come già accennato le comiche della Lubin erano spesso di durata molto breve dove venivano inserite il maggior numero possibile di gags.
Il metodo di lavoro era approssimativo , talvolta si lavorava con pochi mezzi, senza sceneggiatura,  ma questo ambiente lavorativo però, consente ad Oliver di farsi le ossa ed è proprio lì che sperimenta e affina uno dei suoi elementi comici più caratteristici, il “camera look”, che consisteva nel rivolgersi agli spettatori guardando la cinepresa  e cercandone la complicità.
Un espediente che  ha reso magnificamente durante il suo periodo d’oro in coppia con Laurel, generando risate a non finire quando, davanti alle grossolane stupidaggini di Stanlio, guardava disperato il pubblico.
Questo artifizio, in realtà era usato da parecchi attori della Lubin ma fu Oliver a farlo suo interpretandolo in modo impareggiabile usando tutta la fisicità del suo corpo.
A vedere i suoi primi film si può vedere come addirittura, questi camera look partissero dalle dita dei piedi fino a far vibrare tutto il corpo.
Nel 1915 la Lubin fallì e Oliver volle tentare il giro delle grandi città, fece comparsate per gli studi minori di New York come la Edison e la nascente Pathè , ma dopo questi miti inizi decise di tornare a Jacksonville dove la casa di produzione Vim Comedy aveva preso in gestione gli studi della Lubin.
C’è da dire che Oliver, pur essendo entrato a far parte del mondo del cinema , non aveva mai rinunciato ad esibirsi come cantante nei cabaret e fu grazie ad una di queste esibizioni che i dirigenti della Vim si decisero a scritturarlo.
In quei primi lavori alla Vim fu affiancato all’attore Bill Ruge, formando una coppia che possedeva, anche se in modo dozzinale, alcune caratteristiche che sarebbero state tipiche della coppia Stanlio e Ollio come ad esempio il netto contrasto fisico tra i due.
Le pellicole dei due, come già accadeva alla Lubin Company, erano caratterizzate dal fatto di essere di breve durata e da una esecuzione di azione estremamente rapida, ciononostante vi erano una grande quantità di eventi all’interno di esse. Un altro tratto artistico di queste comiche sta nel fatto che Oliver potè delineare una caratteristica fondamentale del suo futuro personaggio, ovvero quella di mantenere una goffa calma passando poi in un frenetico stato di ansia.
Insomma anche l’ambiente lavorativo della Vim era un’ottima scuola per un comico emergente ma anche l’avventura con questa casa di produzione non sarò lunga, infatti di lì a poco , a causa degli intrallazzi dei due  soci della Vim, sulle buste paghe degli attori.
L’imbroglio fu scoperto da Oliver stesso, il quale agì con rabbia (è strano immaginare il nostro Ollio arrabbiarsi ,imprecando e tirando pugni ma la cosi avvenne proprio come ve la sto descrivendo) e quando la cosa divenne nota la compagnia chiuse e venne assorbita dalla King Bee.
Qui Oliver , fu affiancato al comico Billy West  specializzato nell’imitare alla perfezione Chaplin, nelle comiche di West , Oliver riprende il personaggio dell’antagonista , ricreando quelle situazioni presenti nelle comiche del più celebre Charlie Chaplin.
In seguito tutto la King Bee si sposto nella East Coast (cosa che tra parentesi stavano facendo tutte le case di produzione a causa delle condizioni climatiche particolarmente favorevoli)nella zona  oggi  conosciuta col nome di Hollywood. Oliver preso dallo spirito d’avventura decise di trasferirsi anche lui.
Per certi versi Oliver ho sempre pensato a lui come l’ultimo e forse più celebre testimone dell’evoluzione del cinema americano avendone vissuto tutti i mutamenti che vanno dalla sua nascita nella West Coast fino al trasferimento alla East Coast facendo divenire Hollywood la “Mecca del Cinema”, dal passaggio da film a una bobina ( la cui durata andava dai 7 ai 10 minuti) fino ai lungometraggi e dalla fine del cinema muto alla nascita sonoro. 
Ma mentre Oliver si faceva largo in mezzo ai tanti mutamenti del cinema un giovane Stan Laurel si avviava ad entrare nel grande giro del Vaudeville.

La lunga strada del Vaudeville

Nel frattempo, il giovane Stan si stava facendo le ossa nei teatri inglesi, dopo i primi ingaggi col padre, entrò a far parte della compagnia di Edward Marris nello spettacolo “Alone in the World”.
Questo spettacolo ha rappresentato una svolta per la sua carriera poiché fu grazie ad esso che riuscì a farsi notare dalla personalità più importante dello spettacolo inglese, quell’uomo era Fred Karno.
Karno era considerato il Re della pantomima inglese, nella sua scuderia di attori assieme a Stan aveva assunto un giovanissimo Charlie Chaplin, per entrambi egli fu un maestro , anche se la parola maestro non sarebbe indicata, come Stan ebbe a dire in seguito:

 << Non insegnò a Charlie e a me quello che sappiamo della comicità. Ci ha insegnato un gran bel po’ di cose , in particolare a essere meticolosi>>

Quella di Karno , fu comunque una importante scuola per Stan , dove egli poté apprendere l’arte della pantomima perfezionando l’arte mimica che poi sarà parte del suo stile.
Fu in questo periodo che egli sperimentò quello che sarà il tratto caratteristico del personaggio di Stanlio, il “Double take”ovvero la doppia reazione. essa consiste nel guardare una prima volta un avvenimento senza nessuna reazione poi nel rivederlo e far scaturire nel proprio sguardo la reazione (un esempio di questo tratto lo is trova nel film Il circo è fallito (1932) nella scena in cui Stanlio vede un leone per strada).
In seguito la compagnia di Karno lascia i confini nazionali per partire in America, lì a modo di cementarsi il rapporto col compagno di lavoro Charlie Chaplin , di cui fu sostituto .
A tal proposito Stan racconta:

<< ci siamo divertiti un mondo in quei giorni. Charlie e io eravamo compagni di stanza e mi sembra di vederlo ancora suonare il violino per coprire il rumore della pancetta che stava friggendo, cosa vietata, poi prendevamo gli asciugamani e li scuotevamo per mandare via il fumo dalla finestra>>

Un’ ombra che getta una luce ambigua sul rapporto tra i due sta in un episodio avvenuto durante l’assegnazione del ruolo da protagonista nello sketch “ Jimmy the Fearless”.
Il ruolo fu inizialmente rifiutato da Chaplin, protagonista della compagnia , e fu allora affidato a Stan che lo portò al successo per più di una settima, durante la quale Chaplin ne studiò l’esecuzione . Alla fine pretese gli venisse ridato il ruolo cosa che fu acconsentita.
Non vi nascondo che tale comportamento scorretto , mi ha fatto perdere molta della stima che avevo per Chaplin  e che se das un lato egli godeva della stima di Stan forse tale sentimento non era affatto ricambiato da Chaplin, se si pensa che negli anni avvenire non si rincontreranno quasi mai più.
Ma torniamo alla tournee americana, essa  fu  un successo ma il problema per gli attori come Stan che recitavano ruoli secondari fu la paga.
I costi in America era decisamente più elevati , per di più durante i lunghi trasferimenti non venivano pagati, ciò portò Stan  a chiedere un aumento che però non gli fu concesso ragion per cui ritornò lasciò la compagnia e fece ritorno in patria creando durante il tragitto un proprio numero comico “The Rum Uns from Rome” in coppia con un altro attore della compagnia.
Il duo aveva il nome di “THE BARTO BROTHERS” e, cosa ancora più importante con questo spettacolo Stan segna il suo debutto di autore e per di più gli dà quella spinta a scrivere per tutto il resto della carriera i propri soggetti comici.
Lo sketch fu particolarmente apprezzato , ma lo si  dovette abbandonare perché il compagno di Stan accettò una nuova offerta. Stessa cosa accadde con un altro compagno di lavoro assunto per interpretare il numero. Stavolta però anche Stan fu assunto in una nuova compagnia, diretta in Olanda, il numero però partì sotto una pessima luce. Anzi a dire il vero non partì affatto.
La sera del debutto e per tutta la successiva settimana vi fu una pioggia incessante che fece terminare lo spettacolo ancor prima che il sipario si alzasse.
Ritornato a Londra in condizioni precarie, Stan incontrò Alf Reeves, organizzatore della compagnia Karno che gli offrì il suo vecchio posto di sostituto di Chaplin a condizioni economiche migliori.
E così ritornò in America  dove la compagnia portò in scena “A Night in a English Music Hall” questo ultimo viaggio fu per Chaplin , quello della svolta della sua carriera.
Fu in uno spettacolo notato dal “Re delle Comiche” Mack Sennett, il quale lo ingaggiò per un anno per la sua casa di produzione  Keystone Pictures , dando così l’avvio alla sua carriera di cineasta.
Ciò fu un problema per la compagnia , senza Chaplin gli impresari rifiutarono Stan come protagonista, avevano fiducia solo in  Chaplin .
Dopo un tentativo fallito di fare lo spettacolo con l’ attore Dan Raynor a sostituire Chaplin, la compagnia si sciolse.
Qui Stan formò un trio con due coniugi della compagnia Karno, Edgar Hurley e sua moglie.
Il trio si chiamava “the Keystone trio” dove lo sketch scritto da Stan veniva interpretato sulla falsariga delle comiche di Chaplin.
Stan interpretava appunto il vagabondo e lo spettacolo si rivelò un grande successo, ma vi fu una disputa con Edgar Hurley che pretese di fare lui il protagonista. Il trio si sciolse e Stan formò un nuovo numero con i coniugi Alice e Baldwin Cooke.
Il nuovo trio aveva il nome di “Stan Jefferson trio” portando un nuovo spettacolo al successo , la nuova compagnia sembrava funzionare alla grande e lo fu almeno fino alla comparsa di un’attrice australiana Mea Dahlberg, una donna che avrà un gran peso e per certi versi sarà un peso nella vita privata e artistica di Stan. Il seguito lo scriverò nel prossimo articolo sperando che questo vi sia piaciuto


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