DO DETECTIVES THINK? (20 novembre 1927, regia di Fred Guiol)

DO DETECTIVES THINK? venne girato tra le fine di aprile e l’inizio di maggio del 1927. La Pathé,
consapevole di aver perso molto vedendosi sottrarre l’esclusiva della distribuzione dei prodotti
Roach, ora in mano alla MGM, per trarre il più alto profitto dai film di cui poteva disporre decise
di ritardare l’uscita di alcuni titoli. In questo modo, DO DETECTIVES THINK? ebbe la sua
comparsa nelle sale solo il 20 di novembre, in piena concorrenza con gli altri e più recenti film di
Laurel e Hardy distribuiti dalla MGM. Ferdinand Finkleberry (Stan Laurel), il secondo peggior
detective al mondo e Sherlock Pinkham (Oliver Hardy), il peggiore in assoluto, sono incaricati di
proteggere il giudice Foozle (James Finlayson) dalla possibile ritorsione di un pericoloso
assassino appena evaso per il quale aveva sentenziato una durissima condanna e che gli aveva
giurato vendetta (Noah Young). Rubando i vestiti al nuovo domestico atteso in casa, Noah Young
si fa passare per il maggiordomo e si introduce nella casa del giudice prima ancora dell’arrivo di
Finkleberry e Pinkham. I due si rivelano subito incompetenti e imbranati, ma il giudice Foozle e
la sua giovane moglie (Viola Richard) non appaiono tanto perspicaci da rendersene conto.
Durante la notte, Noah Young è deciso più che mai a tagliare la gola al giudice, che nel
frattempo sta facendo un bagno. Leggendo sul giornale dell’evasione del forzato (il quale per
rendersi meno riconoscibile dal giudice si è tagliato la barba), Finkleberry e Pinkham realizzano
quanto sta accadendo e percepiscono le urla della moglie del giudice, che corre subito da loro
cercando aiuto. Da questo momento ha inizio l’esaltante climax del film. Dopo moltissime
difficoltà e a causa di un colpo di fortuna, Finkleberry riesce a catturare il pericoloso criminale,
rinchiudendolo nello stesso stanzino nel quale aveva cercato rifuglio Pinkham, le cui mani erano
rimaste ammanettate a causa di un errore di Finkleberry in un precedente tentativo di
placcaggio del malvivente. Quando sopraggiunge la polizia, Finkleberry è visto come un eroe dal
giudice e da sua moglie, mentre Pinkham deve fare i conti con i due occhi neri rimediati da
Young durante la loro mutua permanenza dentro il ripostiglio. Pinkham si fa giustizia
procurando lui stesso gli occhi neri al collega. DO DETECTIVES THINK? è un cortometraggio
perfetto, che ci presenta Laurel e Hardy nelle loro vesti mature. I loro costumi sono molto simili
a quelli che avrebbero usato in futuro, ma è proprio la psicologia dei personaggi a rendere
straordinario questo film. Finkleberry può dire di avere quasi tutto del futuro Stan. Inetto,
ingenuo, perennemente tra le nuvole e pronto a piangere istericamente nei momenti in cui è
spaventato. Pinkham è inefficiente allo stesso modo, anch’esso ingenuo, ma così prepotente da
voler parlare sempre per primo e lasciare al suo amico la parte più pericolosa del lavoro. Molto
eloquente la scena che porta la coppia in casa del giudice. I due passano accanto a un cimitero e
il vento causa la caduta improvvisa dei loro cappelli all’interno del camposanto. Hardy risulta
spaventato quanto Laurel e lo costringe a recuperare da solo i cappelli vicino alle lapidi. Tipico
della psicologia del suo personaggio, impudente e vigliacco, ma in modo tanto infantile e
bambinesco da risultare amabile e divertente agli spettatori, anche perché finisce sempre per
pagare a caro prezzo la sua altezzosità. In DO DETECTIVES THINK?, Laurel e Hardy usano per la
prima volta la routine di invertirsi i cappelli (troppo grande per il primo e troppo piccolo per il
secondo). Hardy è sempre più nervoso e getta a terra il cappello di Laurel, che fa lo stesso.
Quando li recuperano, sbagliano ancora e ancora. Questa routine, basata sulla loro disarmante
impossibilità a fare bene qualsiasi cosa, anche saper distinguere quale dei due cappelli
appartiene a ognuno di loro, sarebbe diventata gradualmente un classico nei film successivi.
Impossibile poi non menzionare la bravura di Noah Young, terrore del giudice Foozle e degli
incompetenti detective per gran parte del film. Quando scambia il suo cortellaccio con una
scimitarra trovata appesa al muro e rincorre per tutta la casa i terrorizzati detective, è così
bravo, spaventoso e verosimile da meritare un Oscar.

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