THE BATTLE OF THE CENTURY (31 dicembre 1927, regia di Clyde Bruckman)

In THE BATTLE OF THE CENTURY Stan Laurel ha la parte di un pugile dilettante, Oliver Hardy è il
suo manager. Noah Young, il temibile boxeur, non ci mette molto a metterlo a tappeto, sebbene
con un colpo di fortuna Stan era lì per vincere l’incontro se l’arbitro non fosse stato dalla parte
del suo avversario. Nel secondo rullo scoppia la vera, grande “battaglia”, che coinvolge un intero
quartiere a suon di torte in faccia. Girato nell’ottobre 1927 e uscito il 31 dicembre dello stesso
anno, THE BATTLE OF THE CENTURY è, insieme ad HATS OFF e PUTTING PANTS ON PHILIP, uno
dei primi capolavori muti della coppia Laurel e Hardy. Il primo rullo dell’incontro di boxe non è
che una preparazione all’autentica “battaglia del secolo”, quella delle torte. I due pugili Gene
Tunney e Jack Dempsey il 22 settembre del 1927 si erano sfidati in un incontro descritto dai
giornali come il “combattimento del secolo” (The fight of the century), e questo fu lo spunto che
servì a Stan Laurel, intenzionato a inscenare un “gioco” sull’epopea delle torte in faccia nella
commedia americana, ormai in fase di inevitabile tramonto. Il valore simbolico di questa lunga
sequenza non sarà mai abbastanza afferrato. Dopo che per tanti anni l’epica delle torte aveva
fatto la fortuna, il marchio e la leggenda del pioniere Mack Sennett, ecco un film dove non viene
tirata una ma mille torte, per strada, in un coinvolgimento generale spassoso e irresistibile. Alla
fine del cinema muto può essere letto come un testamento, una versione esagerata e onirica, il
sogno di un grande amante della slapstick. Una battaglia di torte senza fine, in cui ogni passante
viene coinvolto in una escalation continuativa. Pare che per le riprese Hal Roach dovette
ordinare ben 3000 torte. Blake Edwards dedica a Laurel e Hardy il suo THE GREAT RACE (La
Grande Corsa, 1965), in cui viene filmata un’altra epica battaglia di questo tipo, come omaggio
alla celebre e intramontabile coppia comica. La scena di Anita Garvin che cade sulla torta ha
fatto parlare per tanti anni gli appassionati della silent comedy. Il disgusto, la strana sensazione
che prova a cadere su un materiale molle e sconosciuto rimane tutto nel suo viso. Una grande
attrice, una perfetta commediante, che in pochi secondi riesce a guadagnare la risata più
fragorosa del film. La sua espressione suggerisce un brivido, un contatto fisico con un materiale
ancora non precisamente identificato. E’ straordinaria, anche perché è ben visibile lo sforzo a
mantenere equilibrio, contegno, sicurezza. Buona parte del primo rullo, quella dell’incontro di
boxe, era considerata persa finché non venne scoperta nell’archivio di una tv americana (1979).
Ancora mancante risulta il seguito, nel quale l’assicuratore Eugene Pallette convince Stan Laurel
a sottoscrivere la sua polizza. Fino a pochi anni fa del secondo rullo rimaneva solo un
condensato tratto da THE GOLDEN AGE OF COMEDY (1958) di Robert Youngson, finché nel
giugno del 2015 un collezionista non lo ha riscovato nella sua integrità. E’ stato fatto quasi subito
un ottimo restauro del corto da parte della Lobster Films, presentato anche in Italia alle
Giornate del Cinema Muto dello stesso anno e in innumerevoli festival del cinema internazionali,
ma per questioni di copyright il tutto ad oggi non è stato ancora pubblicato nel mercato
dell’Home Video.

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