THE SECOND HUNDRED YEARS (8 ottobre 1927, regia di Fred Guiol)

THE SECOND HUNDRED YEARS viene talvolta ricordato come il primo film di Laurel e Hardy come
coppia. Per altri dovrebbe essere DO DETECTIVES THINK? (girato prima ma uscito dopo,
distribuito dalla Pathé), o forse la scelta di DUCK SOUP taglierebbe la testa al toro. Secondo la
mia opinione, non esiste alcun “primo film” di Laurel e Hardy. I due attori iniziarono a lavorare
nei medesimi film, in parti sempre più ravvicinate, finché Leo McCarey, la mente più brillante
dell’intero lot di Hal Roach, non intuì il potenziale dei due attori insieme. Da principio, Stan
Laurel – che presto sarebbe diventato la “mente” comica del duo, il vero regista non accreditato
dei loro film – era contrario a una scelta del genere. Laurel in precedenza era rimasto molto
scottato dai tentativi di lanciare se stesso come star, che non riscossero il successo che si
aspettava, e a questo punto della sua carriera credeva di poter dare il meglio di se stesso come
regista e sceneggiatore, piuttosto che come attore. THE SECOND HUNDRED YEARS venne
ufficialmente diretto da Fred Guiol, ma l’idea di base è probabilmente da attibuire allo stesso
Leo McCarey, anche se la sceneggiatura del film non riporta nomi accreditati specifici. Nel film,
Laurel e Hardy sono due ergastolani. Nella prima scena, si dividono amichevolmente una
sigaretta ma non hanno alcun fiammifero per accenderla. Poi, tentano di evadere attraverso un
tunnel ma sbucano nell’ufficio del direttore (Frank Brownlee). Al termine di una esercitazione
(più vicina a quella di una caserma che di una prigione), i due riescono a rivoltarsi la divisa
carceraria, evadere e farsi passare per imbianchini. In una scena surreale, iniziano a dipingere in
ogni dove. Pennellate sui muri, su vetri e paraurti delle autobobili, sui cartelli stradali, sul viso di
un uomo di colore (gag di questo tipo erano molto diffuse, all’epoca) e persino sul fondoschiena
di una bella ragazza (Dorothy Coburn). Inseguiti da un poliziotto adirato, Laurel e Hardy si
rifugiano nell’auto di due nobiluomini francesi diretti come visitatori proprio nella prigione dove
sono appena evasi. I due finti imbiachini si appropriano dei loro abiti e li scaraventano fuori
dall’auto, con modi decisamente fuori dalla psicologia che i loro personaggi avrebbero
sviluppato in futuro. Giunti nel loro carcere, non vengono riconosciuti e si intrattengono con
alcuni ospiti dell’altra società, commettendo continue gag relative alla goffagine e la scarsa
conoscenza dell’etichetta. Memorabile l’inseguimento di una piccola ciliegia per tutta la tavola,
da parte di Stan Laurel, fin quando non la spedisce involontariamente dentro l’occhio di un
perplesso James Finlayson. I due impostori saranno smascherati alla fine del film, durante la
visita alle celle dei detenuti. THE SECOND HUNDRED YEARS è un film maggiormente basato sulle
gag (o su stupende “scenografie comiche”, su tutte l’immagine di Laurel e Hardy imbianchini che
pennellano in ogni dove nelle vie della città), rispetto ad film futuri della coppia, più incentrati
sulla caratterizzazione dei personaggi.

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