WHY GIRLS LOVE SAILORS (17 luglio 1927, regia di Fred Guiol)

WHY GIRLS LOVE SAILORS è uno dei più fantasiosi tra i “solo” di Stan Laurel, erroneamente
considerato un film di Laurel e Hardy nelle filmografie e nelle collezioni DVD, semplicemente
perché Oliver Hardy ha ruolo di secondo piano – d’altra parte perfettamente eseguito – come
sfrontato marinaio di bordo. Il plot: Stan è un mite e ingenuo pescatore, la cui fidanzata (Viola
Richard) viene rapita da un prepotente marinaio (Malcolm Waite), capitano di una nave che
parte subito dopo. Per cercare di salvarla, Stan dapprima si intrufola di nascosto nella nave, poi
si traveste da donna per cercare di sedurre l’equipaggio, con esiti incoraggianti. Grazie a qualche
trucco, riesce a mettere fuori combattimento la maggior parte dei marinai e a sedurre il
capitano, finché l’arrivo dell’adirata e gelosa moglie di questi (Anita Garvin) permette a Stan di
salvare Viola e fuggire con lei. Nell’ampia sceneggiatura originale, conservata dal regista Fred
Guiol e completamente diversa dalla versione definitiva, Stan Laurel sarebbe dovuto essere
l’originario marinaio che dà il titolo al corto (e il titolo è l’unico dettaglio rimasto fedele alla
sceneggiatura), la cui fidanzata cinese (ruolo pensato per Anna May Wong) viene rapita da uno
strozzino. Grazie anche all’aiuto di Oliver Hardy, suo amico sottufficiale della marina, Stan
riusciva a salvare la ragazza. A quanto pare il progetto di questo ambizioso cortometraggio
venne cestinato per via dei costi proibitivi dei diversi set da utilizzare e dell’ingente numero di
comparse da assumere per scene molto eroiche e impegnative (stile Douglas Fairbanks), ma era
anche un soggetto evidentemente poco adatto a una commedia. Al contrario, sono molto più
tagliate per film di questo tipo le scene che Stan Laurel in gonnella divide prima con un rozzo e
ingenuo Oliver Hardy, qui nelle vesti di un greve marinaio, poi con un tracotante Malcolm Waite,
da prepotente e gradasso villain a disarmato succube di una moglie virago. A tal proposito,
prodigiosa l’interpretazione di Anita Garvin, che ruba a tutti la scena in pochi minuti.

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