Il lavoro, l’amore e i legami familiari nel suo mondo non vengono mai caricati di eccessiva pesantezza. Anzi vengono alleggeriti per trovarne sempre l’esagerazione e quindi l’assurdo e dunque il comico. Questa è una lezione che sarebbe stata molto utile anche a Laurel e Hardy. Tra l’ultima parte del 1924 e l’inizio del ’25 arrivano i primi capolavori. OUTDOOR PAJAMAS, surreale e autoironico ingranaggio comico costruito ad orologeria; SITTIN’ PRETTY, mirror routine versione Charley Chase, con suo fratello James nel ruolo di un barbuto nevrotico suo doppio nello specchio; TOO MANY MAMMAS, infinito intreccio di equivoci e malintesi sul “dramma” della gelosia; ACCIDENTAL ACCIDENTS, concatenazione di gag senza soluzione di continuità a un ritmo vertiginoso e irresistibile; SHOULD HUSBANDS BE WATCHED?, maliziosissima satira sull’adulterio e la vita coniugale di una coppia della buona borghesia americana. Dopo commedie di così tanto successo che allo loro uscita sbalordirono il pubblico, Hal Roach acconsente a dare maggiore respiro alle storie dei film di Chase, consentendo il passaggio ai due rulli. In questo modo si aveva la possibilità di delineare meglio le motivazioni dei personaggi e costruire film dal ritmo più cadenzato. HARD BOILED, uscito nel marzo 1925, è il primo due rulli. Purtroppo pare se ne conservi soltanto un brevissimo frammento al Museum of Modern Art di New York. In realtà, mi giungono voci che ne esista una copia intera da qualche parte e che la qualità del film sia d’assoluta magnificenza. Charley Chase voleva esordire ai due rulli col botto e stando alle recensioni dell’epoca pare proprio fosse così. BAD BOY (aprile 1925), forse uno dei meno riusciti del periodo, andrebbe tuttavia apprezzato anche solo per la genuina genialità della scena finale, così come LOOKING FOR SALLY (maggio 1925), forse tra i più teneri film della serie, con una sempre più adorabile Katherine Grant come leading lady. WHAT PRICE GOOFY? (giugno 1925) è invece un altro classico. Il corto è la prima perfetta farsa matrimoniale di Charley Chase. In seguito avrebbe anche fin troppo abusato di questa formula vincente, realizzandone addirittura un remake identico in una sua delle ultime commedie mute, LOUD SOUP (’29).